Le sorgenti del burro

sorgenti

Sabato 11 novembre ore 20.30

alla Porta Sant’Agostino a Bergamo

 

ingresso libero

 

Sorgenti del burro, Italia, 2017, 40’, HD.

Regia, fotografia, sound design, montaggio: Manuele Cecconello; musica: The drive to Uqbar (Keith G. Rose); produzione: Prospettiva Nevskij 2017; durata: 35 minuti. Formato di ripresa: H264. Formato di proiezione: 1080 25p Blu ray, mp4.

Muanda

Muanda

Sinossi

Madre e figlia in un alpeggio del Piemonte Orientale a 1400 metri di altezza, circondate dai loro animali, dai pascoli e dalla forza delle rocce alpine.

Il giorno comincia con la raccolta della panna, la pulizia della stalla, la produzione del burro artigianale presidio Slow-food. Durante il lungo pomeriggio di giugno la figlia pascola gli animali sull’erba alta, la madre lavora il latte e trae il sostentamento della famiglia. La nuova mungitura assicura il viatico per il giorno dopo.

renata

Renata

Tiziana sfondo

Tiziana

 

Nota dell’autore

“Ho girato questo film per immergermi nel flusso bianco del latte. Ho visto sgorgare il lavoro della montagna da mani sicure e senza sosta. Ho atteso il tempo lungo dell’acqua, delle pietre, del pascolo. Mi sono messo in risonanza con l’habitat che mi ha accolto e ne ho restituito la mia impressione. Ho riconosciuto me stesso nei rivoli d’acqua che solcano i pascoli”. 

Note biografiche

Manuele Cecconello (1969) inizia a fotografare a 13 anni nello studio del padre pittore dove viene a contatto con il cinema d’autore che lo instraderà verso gli studi umanistici, la poesia, la musica contemporanea. Si esercita con le pellicole, il super 8, la camera oscura, auto costruisce strumenti di ripresa e di visione. Si dedica al cinema e al video fin dalla fine degli anni Ottanta, scoprendo come è fatta l’immagine in movimento attraverso la realizzazione di un centinaio di film sperimentali. Nei primi anni Duemila ibrida cinema del reale e ricerca espressiva, producendo e dirigendo con la sua società Prospettiva Nevskij vari documentari a carattere storico, lirico e antropologico che gli valgono numerosi riconoscimenti internazionali. Continua a condurre parallelamente progetti didattici, fotografici e cinematografici di recente convergenza sulle piattaforme digitali della comunicazione.

Ha vinto, tra gli altri, Il Flahertiana Festival nel 2007, l’Annecy Cinema Italien nel 2008 ed è stato finalista al Doc/it professional award del 2011.

Ultimi titoli: Il Patto della Montagna, 2017; Aquasanta, 2016; Le guardiane delle Alpi, 2015; L’albero del bene comune. Elvo Tempia “Gim”, in Fondo una vita, 2014; Olga e il tempo – Parte terza: elegia della sera, 2013; Nata libera. Intervista ad Angela Revel Chion, 2012; Ninna nanna d’agosto, 2012; Homo Radix, 2012; Type32, 2011; Solstizio nascosto, 2011; Le cose ultime, 2011; Sentire l’aria, 2010.


Al film è associato, come per “Sentire l’aria”, storia di un ragazzo che intraprende la vita del pastore, un libro fotografico con gli scatti di Andrea Taglier (presentate in questa pagina).

 

Nota del Festival

Cecconello non è nuovo al tema dei pastori e degli alpeggi, non è nuovo al Festival del pastoralismo. Potremmo dire che è il regista di riferimento del Festival.

Formatosi ai linguaggi della sperimentazione Cecconello si è accostato con rara sensibilità e rispetto a questi mondi “arcaici” (ma così “post-moderni”). Li ha saputi descrivere utilizzando tecniche anche d’avanguardia poco consuete per un genere trattato sempre con i moduli del documentarismo “etnografico” dolciastro.

Lo ha saputo fare raggiungendo esiti lirici che coinvolgono lo spettatore, sia quello “smaliziato”, famigliare con opere autoriali quanto quello che non frequenta cineteche e festival. Il tutto con rigore che solo in apparenza può apparire eccessivo, mai cedendo agli estetismi fine a sé stessi. Per rispetto e profonda empatia con i soggetti narrati.