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La vacca del povero

logo_mostraUna storia sociale e culturale

 

 

 

 

Il revival della capra e dei suoi prodotti, fattosi più appariscente negli ultimi anni è  spiegabile solo in forza dei nessi profondi tra produzione agricola, consumi e pratiche alimentari e cultura. Nel caso della capra, più che di altri animali l’influsso di fattori sociali, ideologici politici si è sovrapposto ad elementi di natura simbolica determinando un alternarsi nelle culture e nelle società umane di periodo di grande discredito della capra
a periodi di grande apprezzamento.

Anche se tutta la storia umana è stata caratterizzata da continui cambiamenti (a differenza dell’immagine di un passato preindustriale quasi immobile) oggi il ritmo del cambiamento è rapidissimo. Di conseguenza nella vita di una persona è possibile assiste a sconcertanti rivolgimenti. Oggi i più anziani ricordano con riconoscenza nei confronti della capra di essere stati svezzati con il suo latte. I meno anziani “pensano” la capra in termini negativi, quale emblema di una miseria da esorcizzare. I giovani, immemori di tutto ciò, pensano che la capra sia una “nuova moda”.

La mostra rappresenta un’occasione per giovani e anziani per riconnettere passato recente, passato remoto ad un presente che appare spesso ambivalente, incerto. Dal punto di vista apparentemente molto particolare della “storia sociale della capra” la mostra cerca di gettare luce su temi di interesse più ampio. Con l’obiettivo di aiutarci a comprendere il ruolo negativo del pregiudizio sociale e culturale e di guardare all’oggi e al domani senza essere abbagliati dall’esaltazione acritica della modernità e dei suoi miti.


A cura di Michele Corti con la collaborazione di Giovanni Siro Mocchi

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