Baghèt

Baghèt, la cornamusa bergamasca

bAGHèT4La cornamusa bergamasca, conosciuta come il baghèt è presente in provincia di Bergamo sin dal 1400, come è testimoniato dai numerosi affreschi. È stata suonata fino al 1960 – 1970, soprattutto nella Val Gandino e nella media Val Seriana dove le due valli si incontrano. I musicisti, chiamati baghetér, erano per la maggior parte contadini, e si dedicavano allo strumento quasi unicamente d’inverno, quando il lavoro era minore. Il repertorio era costituito da balli arcaici e moderni, canti, musiche mutuate da altri strumenti e dalla immancabile “Pastorale”, o meglio “Pastorella”, suonata nelle feste natalizie per le vie del paese. Lo strumento era costruito da alcuni artigiani locali, ma poi rimaneva in famiglia, passato di padre in figlio, ed erano gli stessi musicisti che provvedevano in prima persona alla manutenzione della cornamusa, cucendo il sacco (la baga) e rifacendo le ance ( lepie). Completavano il baghèt della Val Gandino la canna per il canto (la diana), l’insufflatore (bochì) e i due bassi d’accompagnamento ( bas, orghegn).

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La documentazione disegni e fotografie  V. Biella.

Bibliografia:

Valter Biella, Baghèt o piva delle Alpi, Quaderni di ricerca n. 3. A.R.P.A., Bergamo 1984.

Valter Biella, Il “baghèt” un’ antica tradizione bergamasca, Edizioni Villadiseriane, Bergamo 1988.

Valter Biella, Legno corteccia e canna, Quaderni dell’archivio della cultura di base n°21, S.B.U., Bergamo 1993.

Valter Biella, Il Baghèt, la cornamusa bergamasca, I quaderni della Meridiana n° 3, Bergamo 2000

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