Il Mito

Narra la leggenda che il dio Pan, venerato dai pastori dell’Attica, si invaghì della ninfa Siringa senza essere però mai contraccambiato. Un giorno, accortasi di essere inseguita dal fauno, Siringa si mise a scappare: ma cadde in uno stagno e annegò. Impotente a salvarla Pan riuscì solamente ad ascoltare i lamenti di Lei che uscivano dalle canne dello stagno; ne raccolse alcune e le posò all’orecchio ma dato che i lamenti si erano spenti, provò a soffiarvi dentro, ottenendo dei suoi dolci e melodiosi: nacque così il Flauto di Pan o, appunto, Siringa.
Lo strumento
Col nome di Flauto di Pan o Siringa si indica il più semplice ed antico strumento a scale appartenente alla famiglia dei flauti. E’ formato da canne di lunghezza crescente, poste in linea (forme a trapezio o ala) o riunite in fascio, forate nella parte superiore dove si appoggiano le labbra del suonatore. Quanto ai ma
Breve Storia del Flauto di Pan in Lombardia
Largamente documentato sin dall’antichità come strumento tradizionalmente bucolico e pastorale, il flauto di Pan si diffuse probabilmente già nel XVIII secolo in Lombardia, come strumento idoneo ad allietare le serate dei contadini al ritorno dai campi, in cascina o in osteria. Varie sono, del resto,
Ma fu negli anni ’20 che, dietro spinta dell’organizzazione fascista Opera Nazionale Dopolavoro, nacque e si sviluppò la maggior parte dei gruppi folkloristici di flauti di Pan in Lombardia, distribuiti tra le province di Bergamo, Milano, Como e Varese.
Qui il flauto di Pan assume molteplici definizioni a carattere locale, quali: “Firlinföo”, “Fregamuson”, “Fit-fut” in area brianzola, “Sifol”, “Urghenì”, “Canì” in area bergamasca.
Foto sotto: Vittorio Pozzi