Decorazioni collari in cuoio (mucche/capre)

Scheda sulla tecnica della decorazione artigianale a mano dei collari di cuoio per mucche e capre

Premessa

L’obiettivo è rilanciare lavori artigianali specifici legati all’allevamento

48417471_10210513388710452_6059286912839974912_n(22.12.18)  Il revival di interesse per i campanacci e i collari decorati è chiaramente espressione dell’esigenza di marcare una differenziazione dal puro funzionalismo della modernizzazione zootecnica, che ha trascurato completamente ogni aspetto estetico.

L’allevatore di montagna oggi non si vergogna più a dichiarare la propria “passione” per la propria attività, per gli animali. “Eresie” per un concetto di imprenditorialità agricola che condanna ogni interferenza nell’attività economica di scopi diversi dal puro guadagno.

Manifestare all’esterno la propria adesione a concetti di rispetto degli animali, a orientamenti produttivi mirati alla qualità piuttosto che alla quantità, all’attenzione per la cultura e la tradizione del territorio e alla differenziazione dal “prodotto di massa” si traduce per gli allevatori  nel  partecipare a eventi rievocativi quali le “transumanze”, ma anche – semplicemente – nell’ approfittare di ogni occasione per presentare con orgoglio le proprie bestie adornate secondo i criteri appropriati dell’estetica tradizionale.

Si pone quindi la necessità di disporre di oggetti culturali non seriali, espressione di un gusto locale e personale. Esso presuppone la capacità di un recupero di capacità artigianali di tipo “artistico”, finalizzate all’ autoproduzione di vari elementi di queste espressioni tradizionali. Occasione per sviluppare sia attività creative “fai da te” che per sviluppare nuove/vecchie professionalità che possono diventare anche occasione per dei giovani di autoimprenditorialità.

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foto e didascalie di Giovanni Mocchi

Il 17 ottobre 2018 il Festival del Pastoralismo ha organizzato un laboratorio di lavorazione e decorazione del cuoio per collari di animali, condotto dal Prof. Giovanni Mocchi in Porta  Sant’Agostino a Bergamo Alta.

Dopo il corso alcuni partecipanti hanno avviato un’attività intensa di apprendimento e sperimentazione.  Qui forniamo le indicazioni operative che vanno di volta in volta dalla scelta e taglio del cuoio, dalle attrezzature, alle cuciture a mano e alle decorazioni con laccetti colorati, alla Valdostana, con borchie e con le varie soluzioni tradizionali dell’Arco alpino. Il sito facebook ‘Collari in cuoio’ riporta esempi, video, lavorazioni, modelli e un gran numero di collari finiti di vari artisti nella successione casuale della documentazione postata. (per i principianti può essere utile il video https://www.facebook.com/giovanni.mocchi1/videos/2066878223333269/)

Su questo blog seguiremo un percorso più organico e di volta in volta tematico. Iniziamo dal livello più avanzato e di grande soddisfazione: la decorazione del collare. In sequenza il progetto realizzato a computer grafica di un collare valdostano.  Una volta realizzato l’intero piano dell’opera si stampa il modello e lo si fissa sul cuoio già tagliato in misura con un paio di punteruoli (qui cm 16 di larghezza x 31, allungabile a piacere proseguendo con la treccia laterale).

L’attrezzo che consiglio è il Pfeil 1/5  da 5 mm affilato ai due lati (Fig. 1)

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Con questo strumento si incidono nel cuoio i tagli attraverso cui si faranno passare laccetti (Fig. 2).

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I laccetti colorati sono da mm 5 e vanno appuntiti per poterli infilare nel foro. Si inizia aprendo foro per volta, infilando il laccetto dal retro, a partire dal fondo dell’intera decorazione. Lo si tira lasciando una coda di 5cm circa. Arrivati sul davanti si procede in diagonale verso la tacca successiva (Fig. 3 sin.). Tornati sul retro si indietreggia di una tacca, sempre tenendo la parte lucida del laccetto verso l’esterno. Nell’ansa che si forma viene infilata la coda del laccetto che in questo modo viene strozzata.Nel caso di forme a freccia o a stella il laccetto passa sul retro e fuoriesce dallo stesso foro, creando un’ansa entro cui va infilato un laccetto che ne impedisce la fuoriuscita verso la parte frontale (fig. 3 dx).

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Il modo di predisporre il progetto è esemplificato dalla sequenza di passaggi di computer grafica.

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