Archivio 2014
“Olga e il tempo” di Emanuele Cecconello. Parte prima “Epica minima del mattino”, Italia, B/N, 2007, 57′
Domenica 26 ottobre 2014, ore 16.00
PRESENTAZIONE DELL L’AUTORE E DISCUSSIONE DOPO LA PROIEZIONE
L’amore per la montagna, una devozione simbiotica con la natura, una dignità salda fondata sul lavoro, rappresentano il mondo di Olga, icona solitaria di tutti i pastori di questa parte del Piemonte: il Biellese. Il film cattura e restituisce al pubblico il quotidiano rito per la Terra di una persona che ha scelto il proprio Tempo per sondare l’enigma dell’esistenza.
Alpeggio, 950 metri. Tardo giugno. Olga comincia la sua giornata alle 5 del mattino. Toglie delicatamente la panna affiorata dal latte durante la notte, la versa nel secchio, dal secchio alla zangola. La accende. E accende un primo fuoco per bollire dell’acqua. Raccoglie il burro, ne fa panetti incisi con una greca. Fa scaldare un paiolo di latte; 36 gradi dopo ne versa dentro un cucchiaio di caglio. Munge. Fa uscire le mucche dalla stalla, ripulisce i loro giacigli e accumula lontano il letame, prezioso. Mentre le mucche pascolano, rinnova la paglia per gli animali. Ritorna in cucina e fa colazione. E carezza Baldi, il cane che vive con lei. Il latte sta cagliando. Accompagna le vacche in stalla. Le fa bere. Lava i suoi strumenti, si lava. Raccoglie la cagliata nel cesto. La pressa a lungo e a fatica. Ne trae una forma di formaggio e attende, paziente, che scoli da sé il siero in eccesso. Sono le 10. L’epopea mattutina di Olga si consuma così: in silenzio, in solitudine, seguendo un ritmo ferreo staccato sul levare del sole. I gesti scandiscono un sapere intatto, il tempo stilla su di un orologio naturale. Il tempo necessario alle vacche per pascolare, il tempo per la giusta cagliata, il tempo per la bollitura, il tempo della colazione, il tempo del siero che cola dalla forma di formaggio compiuta. E la fatica intaglia nell’aria una sacra ineluttabilità. E, al contempo, la sua contraddizione. Ha scelto Olga il suo destino? È la solitudine dei mesi estivi una dimensione appagata o un dovere trasmesso geneticamente? L’ombra della tradizione famigliare è per lei, figlia unica quarantenne, una guida o una catena? L’eredità del padre (l’alpeggio, la terra, gli animali…) era ciò che Olga attendeva? Olga traccia il segno dell’uomo sulla natura come era all’inizio: ad impatto nullo. Ogni gesto, materia, azione, strumento sono calibrati in un progetto di completo equilibrio tra le parti. L’attento Baldi, le mucche e Olga pari sono dentro una società dagli intenti dichiarati, dai diritti garantiti. Il latte, l’erba vigorosa, l’acqua di fonte – incessante, e, dopo, il burro saporito, la toma fragrante di latte e fuliggine, sono un DNA ritornante, imperituro. Sono la sempiterna tabella degli elementi della civiltà contadina. Olga non è sovrana né invasore di questo Eden minimo; è la garante di un’armonia dovuta, di un destino circolare. Olga fa da testimone fedele al tempo indifferente della Terra. Emanuele Cecconello
Girato il 26 giugno 2006.
Tutte le proiezioni si effettuano in Sala Curò (vai alla mappa), Piazza Cittadella, Bergamo alta (Bus 1 e 1A dalla stazione) con ingresso libero.
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