Il preparazione della Transumanza


(…) ogn’anno succede [l’emigrazione] delle nostre [bergamasche] mandrie, e greggi, che passano a consumare i fieni durante l’inverno, o ne’ vicini Dipartimenti, o’ in estero Stato, non ritornandone a consumar quelli della patria, ed a pascolare i nostri monti, che nella corta estiva stagione. Giovanni Maironi da Ponte, Osservazioni sul dipartimento del Serio, Bergamo, 1803 , p. 62.

TRANSUMANZA DEI BERGAMINI 2021 BERGAMO – LODI VECCHIO

25 SETTEMBRE – 3 OTTOBRE

Presentazioni del programma della manifestazione e del tema della transumanza storica dei bergamini (con riferimenti specifici al territorio) (alle h 20:30)

Sabato 11.09 a Osio Sopra (Bg) auditorium scuole;

Venerdì 17.09 a Fara Gera d’Adda (Bg) auditorium piazza Patrioti;

Sabato 18.09 a Palazzo Pignano (Cr) pieve S.Martino;

Venerdì 24.09 a Pandino (Cr) loggiato del castello visconteo;

Venerdì 1.10 a Lodi vecchio (Lo) sala consigliare.

Conferenze:

Giovedì 16.09, h 20:30 a Livraga (Lo), sala consiliare auditorium Vittadini: Lo sviluppo del sistema irriguo della Muzza e le sue implicazioni per la transumanza bovina e la zootecnia del lodigiano (organizzato da: Consorzio Muzza, Comune di Livraga, Ass. pastoralismo alpino). La Muzza è il più antico canale di irrigazione europeo con più di 8 secoli di storia. Grazie al suo prolungamento e alla graduale estensione della rete di derivazioni e al conseguente aumento della produzione di fieno, tra il XIV e il XV secolo, nella bassa Lodigiana prese avvio il fenomeno dei bergamini.

Venerdì 24.09, h 20:30 a Lodi, in collaborazione con la Società Storica Lodigiana, cortile della Società Operaia di Mutuo Soccorso, in via Callisto Piazza 7: I bergamini a Lodi e i lodigiani celebri di origine bergamina. Verrà ricordata la fortissima presenza dei bergamini nei Chiosi di Lodi e l’origine bergamina di personaggi importanti del lodigiano (lo storico Giovanni Agnelli, il militare e scrittore Innocente Brunetti, la famiglia Stabilini, Giuseppina Strepponi, moglie di Giuseppe Verdi e altri).

Proiezione: film-documentario L’ultimo bergamino (Italia, col. 2020, 66’) di Luigi Giuliano Ceccarelli, prodotto dal Centro Studi Valle Imagna e da LGC Factory. Il protagonista è Carlo Rota, bergamino transumante ora tornato nella sua valle Imagna (mentre diversi suoi parenti, allevatori e non, risiedono nella Gera d’Adda). In occasione della proiezione verrà presentato il programma della Transumanza (a cura di Antonio Carminati, Giuseppe Invernizzi, Massimo Vitali). Alle h 20:30

Mercoledì 15.09 a Pandino (Cr), corte castello visconteo;

Giovedì 16.09 a Cascine S. Pietro di Cassano d’Adda (Mi), prima Corte;

Venerdì 17.09 a Rivolta d’Adda (Cr), Centro culturale “La chiocciola”;

Mercoledì 22.09 a Monte Cremasco (Cr), sala consigliare;

Giovedì 23.09 a Roncadello di Dovera (Cr), villa Barni;

Venerdì 24.09 a Fara Gera d’Adda (Bg), auditorium piazza Patrioti.

Convegno: I prati stabili del Pandinasco: prospettive di valorizzazione.

Sabato 18.09

h 9:30, Villa Barni Corrado, Roncadello di Dovera (Cr): Fieno di prato stabile, alimentazione zootecnica, qualità casearia (segue buffet nella villa e trasferimento a Pandino con visita a fontanili e prati stabili). La secentesca villa Barni Corrado è la sede ideale per un convegno che tratta del rilancio, anche in prospettiva casearia, dei prati stabili del Pandinasco, particolarmente estesi in comune di Dovera. Qui, ai primi dell’Ottocento, il conte Barni, bonificando terreni umidi, diede il via a un’attività zootecnica finalizzata a sviluppare la produzione del formaggi di grana (allora detto “lodigiano”) anche nella Gera d’Adda. L’esperimento agrozoocaseario del conte Barni fu celebrato da un opuscolo del naturalista lodigiano Agostino Bassi (vai a vedere).

h 14:30, loggiato del castello visconteo di Pandino (Cr): Prati stabili: aspetti agroambientali ed economici (una dop per il fieno del Pandinasco?).

Il Pandinasco, insieme alla valle del Mincio, a Nord della città di Mantova, è l’unica area della pianura lombarda dove sono rimasti i prati stabili, oggi riconosciuti quale patrimonio agroambientale meritevole di tutela e valorizzazione, specie a fronte dell’impatto negativo della monocoltura.

Presenza dei prati stabili nella pianura lombarda